sabato 3 maggio 2008

ALBANIA

Pochi chilometri dopo varcato il confine albanese una mercedes mi taglia la strada, per evitarla a momenti precipito in un burrone. Alla guida c'e' un bambino, avra' 10 anni. Al suo fianco un adulto, sara' suo padre, mi guarda come a dire -che c'e' di strano, puo' capitare, sto facendo scuola guida a mio figlio-.
In vent'anni di viaggi non mi e' mai capitato di usare parole di spregio quando ho visitato un paese, a loro modo, ogni civilta', ogni popolazione mi ha insegnato qualcosa dandomi spunto per imparare. Faccio fatica a pensare lo stesso per l'Albania.
La sporcizia regna sovrana dappertutto, i fiumi sono soffocati dall'immondizia, i ciliegi in fiore sembrano grotteschi alberi delle buste di nylon da tante il vento ne ha fatte impigliare tra i rami.
Mi dirigo al sud, la mia prossima tappa e' Argirocastro.
Visito il centro storico, per meta' abbandonato sta cadendo in rovina, e' stato tutelato dall'UNESCO ma a quanto pare non sono stati stanziati dei soldi. O forse chissa' che fine avranno fatto.. In giro non c'e' traccia di turista, sono l'unico, e a giudicare dagli sguardi degli abitanti pure uno dei pochi. Nella spianata del castello posto sopra il paese uno scheletrico palco, costruito per chissa' quale avvenimento, incombe sulle possenti mura di pietra nera da molti anni. Anche qui tutto e' invaso dalla sporcizai.. Mi siedo in un caffe' a guardare i passanti, e' uno dei miei passatempi preferiti. Mi apposto nascosto in un angolo ed aspetto. Ma prima di scorgere vengo scoperto. Un signore mi approccia parlando il russo, mi chiede se voglio una guida per visitare la citta' -no grazie, ho gia' fatto, poi il russo non mi sovviene con facilita'-. Non desiste e continua -allora magari in inglese, da dove viene lei signore?- Venezia- Perfetto, possiamo discutere in Italiano!-
Non riesco a dirgli di no ma niente visita della citta', solo una sana chiacchierata davanti ad un caffe', offro io.
Simi, 53 anni comincia a raccontarmi che ha imparato l'italiano a 12 anni, glielo aveva insegnato il nonno che aveva studiato in una scuola per ufficiali a Cesena nel 1937.
Le altre 5 lingue che conosce le ha studiate all'universita'. Dal 1998 e' senza lavoro, alle scuole non si insegna piu' il russo e per le altre lingue non ha un attestato valido ad insegnare. Per avere un qualsiasi altro lavoro si deve pagare sottobanco quasi 10 volte uno stipendio, vuol dire lavorare un anno gratis. Lui non ha accettato di pagare per lavorare. Al mattino si mette in strada e aspetta i turisti per fare loro da guida, mi dice che ne era venuto uno anche la scorsa settimana. Non posso rimanere a casa, devo dare l'esempio ai miei figli. Qui non c'e' lavoro ma io devo fare qualcosa lo stesso, due giorni fa era il primo maggio, festa assurda qui in Albania. 15 anni fa quando molti se ne andarono io decisi di restare, credevo che le cose sarebbero cambiate per chi restava, non potevamo abbandonare tutti il nostro paese. Non e' stato cosi'. Ora tirare avanti e' dura, spesso non si arriva a fine mese e per tirare a campare devo fare debito. Qua e' tutto un disastro, non vedi c'e' immondizia dappertutto.. le vedo queste cose, non credere, mi fanno soffrire. Quando sono costretto a rimanere a casa perche' piove, leggo o mi metto a letto, l'importante e' non pensare. Mentre mi parla lo osservo, ha gli occhi lucidi. La bocca e' sdentata ma la sua fronte e' intelligente, ampia, spaziosa. Anche se non lo da a dimostrare emana sofferenza, un senso di disadattamento, quello che manifestano tutte le persone sensibili alla percezione del circostante e non lo accettano. Sono le persone dotate di intelletto che soffrono, chi si ritrova nel posto sbagliato nel momento sbagliato e non capisce il perche'.




1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao simo!
ti seguiamo nel periplo, ma ci abbiamo messo un po' a far funzionare l'account...
grande il tuo nonno ... e i suoi trucchetti per fare la foto al pavone coi baffi!
un abbraccio a te e uno a Simi (curiosa questa assonanza di nomi e di animi, no?).
alla prossima
elena e paolo