giovedì 1 maggio 2008

KOSSOVO


Dalle bocche del Cattaro mi inerpico sulle montagne, quello che noi chiamiamo Montenegro i montenegrini lo chiamano CRNA GORA, letteralmente MONTAGNA NERA.
Il massiccio del Durmitor e' lontano ma conto di raggiungerlo prima di sera.
La strada che mi ci conduce si fa sempre piu' tortuosa, decido di tagliare per risparmiare tempo ma la scelta si rivela sbagliata, il passo che mi permette di risparmiare 100 km e' a 2.200 metri e completamente coperto di neve alla fine di aprile.. era da prevederlo!
Ritorno sui miei passi e invece di abbrevviare il cammino lo allungo, arrivo alle 9 di sera, e' buio pesto. Dai 25 gradi della costa mi ritrovo con la temperatura che rasenta lo zero, la pioggia che da 6 ore mi accompagnava negli ultimi 50 km e' diventata neve.. Chiedo asilo presso una famiglia che mi rifocilla con una bollente zuppa di funghi.
Il mattino seguente e' ancora tutto completamente coperto da nubi, ma almeno non piove, le cime del Durmitor non si vedono. Peccato.
Un idea mi frulla in testa da qualche giorno, dare un occhiata a cosa succede in uno dei neonati stati dei Balcani, il Kossovo.
Punto verso Pristina, dopo pochi km esco dal Montenegro e incontro la frontiera della Serbia. Proseguo. Dopo pochi altri km ecco il check point presidiato dall'ONU. Non c'e' nessuno in giro, neanche un veicolo in transito. Entro. Un casco blu romeno mi chiede le generalita' e mi dice di aspettare. Aspetto. Intorno e' tutto un ammasso di filo spinato, degli enormi carri armati francesi sono ai lati del posto di blocco con i cannoni spianati ad altezza uomo. Sono tutti seri, nessuno ride, tutti portano gli occhiali da sole.. a che cazzo servira' se quasi a momenti piove! Aspetto. Nell'attesa mi viene un idea e chiedo al rumeno:
-posso fare delle foto?-
Risposta: -NO!-
..vabbe'..
Mentre passeggio nella zona antistante alle baracche scorgo un soldato che fa una foto alla mia moto:
-hei tu, che fai?!? Non si puo' fotografare qui!-
-solo alle apparecchiature militari ad ai soldati- mi risponde lui
-e no! Neanche alla mia moto, dammi quella foto!-
Il militare fa finta di niente.
Lo so che la discussione iniziata per gioco tanto per passare il tempo puo' degenerare ma decido di insistere.
-voglio parlare con il comandante del check point!-
Nessuna risposta.
Ripeto la domanda e vedo che qualcosa si muove. Dopo qualche minuto esce dalla baracca di comando un militare di grado superiore, alto, fisico asciutto, il basco calato da una parte, e' un inglese. Gli vado incontro tendendogli la mano, lui mi saluta alla maniera militare, se la tira un poco, sembra Montgomery nelle grandi manovre in Africa.
Cerco di incominciare con dei convenevoli:
-I'm Simone from Italy, pease to meet you. How are you?- cercando di imitare l'accento irlandese di Montgomery.
lui -bene grazie!-
io -com'e' la situazione qui?-
lui -molto calma fino a quando non e' arrivato lei.-
..in effetti.
io -ora le spiego, ..- e gli racconto dell'accaduto, vorrei dirgli che era solo un modo per passare il tempo ma poi mentre gli parlo mi rendo conto che la cosa e' diventata una questione di principio, perche' mai loro possona fare le foto e io no..?
E mi viene in mente mio nonno quando mi diceva "a qualcuno si fa prima a metterlo in culo che in testa", e mi balza in mente un altra idea...




1 commento:

Stefano ha detto...

Sei un grande! Ho appena iniziato a leggere sulla tua nuova avventura e piacevolmente ti ritrovo. Simone, temerario ed ironico.
Se leggi.... sono Stefano... ricordi ... Libia Natale 2007!
In bocca al lupo per il tuo nuovo viaggio!