giovedì 29 maggio 2008

LIBANO

Beirut e' blindata quando arrivo, autoblindi sfrecciano in tutte le direzioni, militari in tenuta antiguerriglia sono non piu' lontani di 50 metri uno dall'altro.. la citta' ne e' invasa.
Stanno eleggendo il capo del governo in queste ore, il Presidente della Repubblica invece e' stato eletto due giorni prima. Nonostante questo il clima non sembra teso, la gente e' nelle strade e tutto funziona alla normalita'.
Esco a fare due passi e vedere com'e', scatto qualche foto con cautela ma mi accorgo di dare nell'occhio. Sono nei pressi dell'American University quando vengo fermato da un militare che mi chiede i documenti. Mi chiede in oltre di visionare le videocamera e la macchina fotografica e.. chiaramente trova qualcosa che non va! Gli spiego che e' impossibile riprendere qualcosa a Beirut senza non riprendere un militare e che in ogni caso sono pronto a cancellare quello che non gli va. Niente da fare, devo seguirlo al comando!
Al comando di polizia mi interrogano, mi chiedono cose assurde, poi tra di loro parlano in arabo ma fatalita' le parole "processo" e "tribunale" le pronunciano in un chiaro inglese.
Rimango calmo ad aspettare quale sara' la sorte di un viaggiatore che ha fotografato il cingolo di un carro armato. Passano le ore. Nel tardo pomeriggio si fa avanti un graduato che mi dice che posso andarmene e poi aggiunge -vede, siamo costretti a tutelarci in questo modo, chi viene a Beirut la prima cosa che fotografa sono i militari. Di conseguenza l'immagine che il mondo ha di noi e' distorta, di un paese costantemente in guerra e pieno di terroristi-.
Capisco e avete ragione, gli rispondo, ma ve la prendete con me allora perche' e' piu' facile che prendersela con la CNN o la BBC?!?
Il tipo socchiude gli occhi e stringe la mascella prima di rispondermi: siamo stati gentili con lei, veda di esserlo anche lei con noi, non vorrei dover rivedere la mia decisione di lasciarla andare!
In effettti.. Esco che il sole sta scomparendo in mare, giusto in tempo per immortalare uno splendido tramonto, sono rimasto dentro quasi tutto il giorno.

Come dappertutto, la strada che da Beirut porta a Sud e' piena di check point, non si riesce a fare 20 km di seguito senza essere fermati. All'ingresso della citta' di Sidone vengo fermato per l'ennesima volta. Il militare mi dice che non posso proseguire oltre senza una scorta. Questa scena l'ho gia' vissuta qualche anno fa in Cecenia, ora ho un M32 puntato addosso, a quel tempo avevo un AK47. Lo guardo e poi sbotto: ok, quanti soldi vuoi?
Neanche uno! E mi spiega le nuove normative entrate in vigore di conseguenza agli scontri di 2 settimane fa: venivano usate delle moto per fare gli attentati e poi dileguarsi facilmente nel traffico, ora niente piu' moto nei centri abitati! Ok, dico che prendo una strada alternativa ed evito il paese. Sarebbe una bella idea mi risponde il soldato ma di strade non ce ne sono, la citta' e stretta tra le montagne ed il mare. Ok, come devo fare per avere una scorta? Mi dice di andare al comando di Beirut, pago 20 euro e dopo 2 giorni avro' il permesso. Non posso perdere cosi' troppo tempo! Mentre penso il dafarsi sono seduto sul ciglio della strada a fumare e penso: certo che in questo paese non e' mica facile la vita! Considerazione idiota.. Io tra qualche giorno me ne vado da qui, e' per loro che rimangono che la vita e'dura. Un carro attrezzi si ferma poco lontano a controllare le gomme.. mi viene un idea! La spiego al comando del check point, il comandante mi guarda incredulo ma poi accetta. Carico la moto sul carro attrezzi ed attraverso la citta', idem il giorno dopo al ritorno.

La citta' di Tiro al tempo dei Fenici era cosi' importante che il Mediterraneo veniva chiamato Mare di Tiro. Ora e' una citta' sonnolenta incastrata senza sbocchi al sud del Libano, a pochi km dalla frontiera chiusa con Israele, sembra destinata a sparire in un modo o in un altro. Invece il paesaggio e' splendido con le montagne ad ovest e gli agrumeti e le piantagioni di banane che digradano dolcemente verso il turchese del mare. Visito le antiche vestigia, e' rimasto ben poco, la guerra non ha risparmiato neanche quelle.. Mi sposto verso l'interno, il Castello di Beaufort e' a 30 km, e' stato l'ultima roccaforte degli israeliani prima che venissero definitivamente respinti entro il loro confine nel maggio del 2000. L'Israele ha invaso il Libano solo che 7 volte, ma l'ultima volta gli e' costata cara, a fronteggiare il popolo eletto c'erano gli Hezbollah. Fu in quell'occasione che gli Hezbollah da terroristi diventarono di colpo una specie di eroi nazionali. Visito il castello, anche qui e' rimasto poco da vedere.. Nonostante le richieste del governo libanese di rispettare quel sito storico gia' pesantemente danneggiato, gli israeliani, per cancellare le tracce della loro occupazione, lo hanno fatto saltare in aria prima di ritirarsi.. 2.500 anni di storia anadati in fumo. Sembra non ci sia nessuno in giro, solo la bandiera della Resistenza Islamica che sventola da quel che resta del torrione, scatto qualche foto e risalgo in sella.
Al paese sottostante al castello una macchina e' di traverso sulla strada, mi fermo, dallo specchietto vedo una mercedes verde che mi chiude la via da dietro. Due uomini scendono, uno di loro ha una trasmittente in mano, l'altro invece una trasmittente ..ma di proiettili.
Sono Hezbollah, letteralmente "il partito di Dio".
"welcome in Palestina" mi dice il piu' grosso dei due, che fai di bello da queste parti?
Sono disarmato, in tutti i sensi, non oso immaginare un altro interrogatorio.. non ne ho proprio voglia! Invece la voglia me la faccio venire. La prassi questa volta e' meno formale: niente strette di mano, si risolve tutto in una mezz'ora e si suggella la cosa con un bicchiere di te bollente.
Quando aprono il bagagliaio per estrarre il thermos del te', all'interno scorgo un arsenale!

Nessun commento: