lunedì 9 giugno 2008

SINAI

Da Petra mi sposto ancora a Sud e raggiungo lo Wadi Rum.
E' considerato un deserto, potrebbe somigliare all'Akakus libico, anche se le dune di sabbia sono quasi assenti ma le maestose montagne rocciose sono decisamente piu' imponenti.
Arrivo al tramonto, carico come sono non mi addentro molto, la moto (carica com'e') pesa all'inverosimile. La maggior parte delle forze della giornata le ha fatte evaporare il caldo, non ho voglia di insabbiarmi e di lavorare per tirare fuori la moto, dopo qualche chilometro mi fermo in prossimita' di un accampamente, l'ospitalita' beduina e' subito sfoggiata.
Mangio una ciotola di riso con il pollo, dopo cena, gioco a fare le ombre con le mani al lume della lampada a petrolio. Attorno, sei bambini mi guardano attenti ed assolutamente muti.

All'indomani mi sveglio alle 5, il sole deve ancora sorgere, mi apposto su di un promontorio ad aspettarlo. L'aria e' frizzante ma presto si scaldera' sino a diventare rovente. Quando il sole si leva, queste montagne di roccia immobili fin dalla notte dei tempi, proiettano ombre che si muovono lentamente. Tutto lo Wadi e' un movimento di luci ed ombre, una mandria di dromedari cammina, apparentemente stanca, verso sud in cerca di qualche cespuglio fresco.
Lo scenario non deve dissimilarsi molto a quello di mugliaia di anni fa.
Ritorno alla tenda che il sole brilla gia' alto, il te e' pronto, dolce e bollente.


All'ufficio informazioni di Aqaba (Giordania) mi dicono che il traghetto per Nouweiba (Egitto) parte ogni giorno alle 11 e di essere li due ore prima.
Alle nove del mattino seguente sono al cancello del porto e la prima di una lunga serie di correzioni sull'orario di partenza mi viene subito recapitata, si parte all'una!
Sotto un sole cocente aspetto con una pazienza che non credevo di avere, anche quando mi dicono che la nave partira' non prima delle tre..! Imbarchiamo solo alle 4 del pomeriggio ma la nave resta inspiegabilmente in rada fino alle 5 e mezza. Si parte.
Il Mar Rosso e liscio come una tavola ma l'abilita' del comandante, con una serie di controvirate, riesce a fare cadere la mia moto (legata con due cinghie) parcheggiata nella stiva..
La compagnia di navigazione e' la stessa che qualche anno fa si rese colpevole della morte di centinaia di pellegrini per un naufragio avvenuto proprio in questa rotta.
Arriviamo nel porto di Nouweiba alle sette ma restiamo in rada un ora.
Alle otto si scende, cominciano le formalita' doganali: documenti, assicurazione, Carnet de Passage, targa, ecc.. Il tutto richiede 4 ore. Sono stanco, sudato, finito come un calzino. Quando varco il cancello del porto, il soldato che mi rida' il passaporto dopo averlo controllato per l'ennesima volta, mi dice: wellcome in Egypt. Lo guardo con gli occhi iniettati di sangue e devo trattenermi per non saltargli addosso. Mancano pochi minuti a mezzanotte.. 15 ore per percorrere 50 miglia!

Per quanto presto si parta e' sempre tardi, il sole scalda gia da subito dopo l'alba.
Da Nouweiba punto a sud, voglio poter dire sono stato anch'io a Sharm el Sheik!
Attraversare il deserto del Sinai nel mese di giugno non e' una delle migliori idee, al primo check point chiedo che temperatura ci sia: 47 gradi!
All'ingresso del Wadi Meghara sembra di entrare in un forno, la gola e le narici mi bruciano, il mio fisico sembra non rispondere bene.. mi pare di sudare freddo. Al secondo check point chiedo la temperatura ancora: 52 gradi, guardo l'orologio, e' mezzogiorno.

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